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Cosa è il regime forfettario?
Il regime forfettario è un particolare regime contabile molto conveniente.
Dopo la grande revisione del 2019, il regime forfettario torna a cambiare: si estendono i limiti attualmente previsti per l’applicazione. Grazie alle novità inserite nel Disegno di Legge di Bilancio 2023, su cui si attende approvazione definitiva, sarà possibile versare un’imposta sostitutiva pari al 15 per cento, o al 5 per cento per i primi cinque anni di attività, fino a un massimo di 85.000 euro di ricavi o compensi.
Come accedere al regime forfettario?
I requisiti per l’accesso al regime forfettario, devono essere verificati con riferimento all’anno di imposta precedente (e sui dati presunti nell’anno in corso per chi inizia l’attività) rispetto a quello per il quale si chiede l’accesso al regime.
Per i requisiti bisogna considerare:
- il limite di ricavi o compensi non superiore a 85.000 euro (ragguagliati ad anno);
- l’ammontare complessivo per spese per lavoro accessorio, dipendente o collaboratori non superiore a 20.000 euro lordi;
nessuna condizione è richiesta per i beni strumentali.
In caso di più attività, si deve fare attenzione a non superare il limite massimo di 85.000 euro considerata la somma del fatturato dei singoli codici Ateco.
Regime forfettario e tassazione al 15%
La tassazione del regime forfettario prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva pari al 15% del reddito imponibile.
Si tratta, quindi, di un’aliquota fissa, che prende il posto di tutti i tributi comunemente versati dai contribuenti nel regime semplificato o ordinario. Nei casi consentiti l’aliquota scende, dal primo al quinto anno di attività, addirittura al 5%.
Per meglio comprendere come funziona il regime forfettario 2023 e fare una previsione delle imposte che andrai a versare negli anni, prendiamo in esame la situazione immaginaria di un libero professionista: Roberto, 39 anni, che lavora come psicologo e che, nel corso di dodici mesi, ha prodotto un fatturato pari a 25.000 euro.
Fatturato incassato: 25.000 euro;
Reddito imponibile (pari al 78%, meno i contributi versati: es. 2.000 euro): 17.500 euro;
Imposta sostitutiva (pari al 15%): 2.625 euro;
Aliquota start-up (pari al 5%): 875 euro.
Regime forfettario e contributi previdenziali
A seconda del tipo di attività, e conseguentemente del Codice ATECO, il lavoratore dovrà iscriversi alla sua Cassa Previdenziale di riferimento (ad es. Gestione INPS Artigiani e Commercianti per le ditte individuali, Inarcassa per ingegneri e architetti, ecc.) e attenersi alle regole da questa stabilite (es. fasce di reddito, aliquote, scadenze, ecc.).
I contribuenti che non fanno capo ad una Cassa Previdenziale specifica, ovvero i liberi professionisti che svolgono attività non regolamentate (vedi, ad esempio, le attività connesse al web o alla comunicazione), hanno l’obbligo di iscriversi alla Gestione Separata INPS. Per loro, i contributi sono pari al 25,98% del reddito imponibile.
Ricordiamo, inoltre, che le ditte individuali (ma non i professionisti) che si avvalgono del regime forfettario possono usufruire di una riduzione del 35% sui contributi, inviando la richiesta direttamente all’INPS.